La disfatta di Avellino ha portato a decisioni pesanti in casa etnea ed a farne le spese, come peraltro avviene in ogni categoria e latitudine, l’allenatore di turno e dopo l’addio a Tabbiani adesso è Lucarelli a lasciare il Catania, terza panchina nel suo percorso professionale da allenatore etneo mestamente anticipatamente lasciata dopo più bassi che alti di risultati conseguiti in diciassette partite di campionato e quattro di coppa.
Al suo posto Michele Zeoli, lo Zorro rossazzurro o, come lo ha definito l’A.D. Grella nella conferenza stampa di ieri, “il soldato che non si tirerà mai indietro”, Zeoli che, come un combattente, allo squillo della tromba societaria risponde sempre senza tentennamenti presente e per la terza volta in stagione si accomoda in quella panchina oggi non comoda anzi bollente, con umiltà ma consapevole di conoscere uomini ed ambiente rispetto ad altri colleghi, magari con più panchine alle spalle ma non addentro come lui nell’universo Catania.
Si era curiosi di sentire dello speaker ufficiale l’appello dei presenti dal primo minuto di gioco, tra i sopravvissuti agli infortuni, alle sospensioni per squalifica ed alle impreparazioni giustificate o meno e finalmente, all’ora convenuta, o meglio dopo un ritardo di trenta minuti per un problema al pullman dei calciatori lucani, i nomi urlati al microfono ed ampliati acusticamente dall’impianto del Massimino, sono stati accolti tra gli applausi dai quasi sedicimila spettatori: Furlan, Castellini, Monaco, Kontek e Celli, Zammarini , Sturaro, Welbek, Chiarella, Cianci e Cicerelli. Un inedito 4/3/3 come un grido di battaglia, dna dell’identità rossazzurra sotterrata in precedenza come l’ascia di guerra di bellicose tribù ed adesso riportata alla luce e rispolverata per questa sfida contro una rivale diretta quasi affiancata al momento in classifica: il Potenza di Marchionni città lucana che negli ultimi anni di C ha dato filo da torcere ai più blasonati etnei e che oggi cercava il bis sotto le falde dell’Etna dopo aver battuto al Viviani, nei giorni dedicati ai morti, con un colpo di testa di Caturano, quei morti in campo incautamente schierati da mister Tabbiani che per tutto quell’arco di partita non erano mai riusciti ad inquadrare lo specchio della porta avversaria: alti e bassi di inizio stagione che, imperterriti, non ci hanno ancora abbandonato e che hanno portato all’addio di Lucarelli dopo 110 giorni di panchina.
Oggi è un altro giorno, ma cinque in campo i protagonisti potentini di quel successo: Caturano, Hadziosmanovic, Hristov, Candellori, Saporiti ed anche Monaco che però adesso stava dall’altra parte ed assenti gli ex Rossetti e Di Grazia, colui che pennello’ il colpo di testa vincente del nove potentino, mentre i vinti di allora, oggi in campo, rispondevano solo al nome di Zammarini con in panchina Rapisarda.
Tanti i nuovi a questa nuova sfida nel 3/5/2 di Marchionni con Alastra da riserva a titolare tra i pali, Maddaloni e Sbraga tra Hristov, e Hadziosmanovic in difesa, Saporiti e Castorani accanto a Candellori e Pace ed in avanti Caturano e Volpe.
Il Catania partiva bene al fischio di inizio e Cianci veniva atterrato al limite dell’area da Sbraga con primo giallo a carico del difensore potentino ma la punizione calciata da Cicerelli si perdeva sul fondo.
Sempre Sbraga, in uno scontro aereo con Cianci al decimo minuto, restava a terra ma era Cianci ad avere la peggio con un vistoso taglio alla testa medicato con una corposa fasciatura.
Il Catania teneva il controllo della partita ma il cambio modulo portava a la squadra a giocare più sulle fasce ma sia a sinistra con Celli e Cicerelli che a destra con Castellini e Chiarella, non si riusciva a mettere palle utili in area anche per il colpo accusato da Cianci che lo portava al ventottesimo ad essere sostituito da Costantino.
Siamo già al ventottesimo? Ebbene sì ! Cosa segnalare in precedenza? Solo un giallo a carico di Welbek per una entrata a piedi uniti su di un avversario.
Al trentottesimo altro infortunio, a farne le spese Cicerelli sostituito da Marsura ma il Catania pareva ancora poco incisivo davanti invece erano gli ospiti sul finire del primo tempo ad avere sul piede di Caturano una buona occasione ma la sua sforbiciata si perdeva alta sul fondo così come quella di Castorano nel recupero.
La ripresa evidenziava due sostituzioni in casa etnea: Rapisarda e Ndoj prendevano il posto di Celli e Sturaro con Castellini spostato a sinistra ma erano invece i lucani a farsi vedere dalle parti di Furlan prima con un colpo di testa di Castorani alto e poi con Caturano ben servito da Saporiti con il pallone che usciva di poco a lato.
Il pericolo scampato unito ai fischi ricevuti al termine del primo tempo anche se per tutto il corso della partita il pubblico aveva generosamente incoraggiato la squadra, spingeva gli etnei in avanti lavorando sulle fasce.
Per portare più pressione, Zeoli lanciava in campo Chirico’ richiamando in panchina uno stanco Chiarella ma era ancora Caturano a minacciare la porta di Furlan con un tiro quasi a colpo sicuro che veniva provvidenzialmente respinto dal corpo ravvicinato di Monaco ma al sessantacinquesimo era il Catania ad avere la palla gol sulla testa di Marsura che il portiere respingeva sul piede dello stesso 77 che non ci credeva ed Alastra parava facile.
Due minuti dopo, ottima occasione per Costantino che da posizione favorevole calciava fuori: una maledizione oppure scarsa efficacia degli attaccanti? A questo punto propendiamo per la seconda tesi.
Il Potenza, grazie ad alcuni innesti dalla panchina appariva più fresco dei rivali ed infatti al settantacinquesimo uno scatenato Volpe impegnava in una difficile parata Furlan e due minuti dopo, ancora lui, con un tiro cross lambiva la traversa e sulla ripartenza etnea era Ndoj a tirare da fuori area alle stelle dopo una respinta di Alastra e la partita si chiudeva tra i sonori fischi degli spettatori con il Catania che guadagnava un punticino senza arte né parte così come i rivali che sopravanzano in classifica ancora i rossazzurri colpevoli di avere gli attaccanti caricati a salve.
Ancora un Catania che ci delude in particolare nel parco attaccanti capaci di non riuscire a vedere la porta ma anche i centrocampisti non sembrano avere piedi vellutati, non il guizzo imprevedibile che ti porta a tu per tu col portiere e talvolta nemmeno quella rabbia agonistica utile ad accendere la miccia per delle giocate che ci si aspetta dal loro trascorso in altre categorie.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Innanzitutto una condizione fisica almeno accettabile e poi la voglia di vincere le partite che pari latiti davvero.
5 Commenti per “Cambiando l’ordine degli allenatori il gioco non cambia”
Spiacenti, i commenti sono chiusi.
Purtroppo abbiamo giocatori scarsi non adatti alla causa del Catania siamo senza attacco..e adesso le scelte della società si piangono e non solo tra cambi di allenatore che avranno pure le loro colpe limitare ma chi va in campo non a dimostrato niente il contrario del vicepresidente che e convinto che abbiamo giocatori forti …forse intende per scarsità..infortuni.. malattie..ecc..si rimpiange adesso i russotto .i Palermo ..i Sarao e altri che facevano movimenti e gol a partita disperata…invece questi e da inizio campionato e a gennaio che la musica non e cambiata…anzi l’inutile ritiro o cambi di allenatore non da la scossa a una squadra dimessa mentalmente perché non trova la quadra neanche a mischiare le carte.. perché questi sono i giocatori e con questi si concluderà un campionato dei più peggiori della storia del Catania e le responsabilità sono ormai note di chi sono .. inutile girarci attorno.Pelligra vuole la coppa Italia e investe soldi per avere una squadra prestigio ma qualcosa non torna nel assetto societario in ambito decisionale e organizzativi..vuoi per ine sperienza..vuoi per orgoglio..vuoi per altri motivi i frutti di vedono già..un vero e proprio fallimento. Ci si augura di vincere la coppa Italia. Ma sarà un miracolo vincere perché il Padova e secondo in classifica e a i cannoni di navarone non oso immaginare cosa potrebbe accadere se oltre la perdita della coppa si va in zona retrocessione non avendo diritto ai play uno strano presentimento scorre sulla mente. E secondo me Lucarelli e andato via alla svelta perché a immaginato un finale di stagione disastroso e a evitato di essere processato pubblicamente. Adesso solo un miracolo potrà farci evitare la zona calda augurandoci che chi sta dietro di noi faccia cilecca di risultati. Certo è e dispiace che andare allo stadio a fischiare tutte le domeniche la squadra che non si sveglia più perché anestetizzata da incompetenti.. sinceramente e avvilente andarci ancora..ormai e così fino alla fine
Cataneseanapoli l’8 marzo con lucidità ha scritto le Sue riflessioni su tutto quello che non ha funzionato quest’anno a Catania e li condivido al 100%. Dice la grande verità che in serie C per riuscire a fare bene necessita allestire una rosa formata in gran parte da ragazzi affamati che corrono.
Guardando la classifica l’errore fatto a Catania si è manifestato in modo più grave in quanto trattasi di una società nata due anni fa ma è lo stesso fatto da altri club blasonati nati prima con strutture societarie ben definite e DS bravi tipo Benevento, Avellino, Crotone e Casertana imbottiti anche loro di giocatori di serie B o avanti con l’età. Purtroppo i club blasonati pagano il dazio e peso della loro stessa storia e spesso sbagliano comprando figurine da attaccare nell’album per accontentare la piazza che non accetterebbe mai una rosa formata da solo ragazzi promettenti ed affamati per via della premura e desiderio di riemergere.
Nel caso specifico del Catania il malumore in gran parte nasce dal decennio di delusioni che rendono impazienti i Tifosi che si scontra con le ragioni della Società creata due anni fa che si sente quindi in diritto anche di poter sbagliare. In pratica sono due discorsi inconciliabili perchè un parte ragione guardando gli ultimi 10 anni e l’altra parte solo i 2 anni. Difficile trovare un compromesso..
Vedo poca benzina nel motore rossazzurro e poche idee e quelle poche confuse.
Vedere come non riescono ad inquadrare la porta mi deprime poi vedo elementi di altre squadre, magari sconosciuti con tiri dalla distanza che indirizzano all’incrocio dei pali. Manca convinzione, corsa forza fisica e testa. Mi dimentico di qualcosa?
Ciao Cataneseanapoli anch’io condivido in pieno le tue riflessioni.
Come ho già avuto modo di dire, temo che ci siano anche dei retroscena che noi conosciamo solo in minima parte.
Buona settimana a tutti
Non c’é un bel niente sotto. Sono scarsi é basta.
E da 30 partite che fanno pena. Salvarsi é gia troppo!
Comunque sempre forza CT!