Da una parte Ventura dall’altra sventura

Entrare in un negozio di giocattoli ed acquistare una macchinina, pagarla non poco, troppo bella per lasciarla in uno scaffale del locale, così luccicante e colorata.

Portata a casa, telecomando in mano, tutto perfetto ma la macchinina non si muove bene. Perché non va?

La prendi in mano, la  rivolti da una parte e dall’altra ma non sai spiegarti perché non va.

Questa la premessa che sembra rimandare al Catania, a questo Catania rifatto quasi di sana pianta sul credo tattico del nuovo allenatore che ancora non non riesce a vincere.

Finalmente cambi le batterie, ma la macchina pare senza controllo, gira su se stessa senza trovare la direzione giusta, mentre quelle degli amici sfilano in avanti, ti fanno marameo e ti superano spavalde, anche quelle che non ti aspetti, quelle dalle ruote più piccole e dalla carrozzeria scolorita.

Così anche oggi, una partita difficile e dura, sotto gli occhi di un pubblico caldo ma deluso per un risultato che non premia, per i gol che non arrivano, per gli errori in area avversaria, per quelli arbitrali che portano sconforto all’ambiente ma anche a chi quotidianamente vive lo spogliatoio e che ha scommesso, investendo risorse importanti, di riportare  questa città nel calcio che conta.

Si sa che sarebbe stato difficile alla prima nuova esperienza in questa maledetta categoria che premia una squadra su venti e poi ancora una su ventisette dopo lunghe sfide da dentro o fuori, ma nessuno avrebbe immaginato che dopo venticinque partite, il posto occupato in classifica dal Catania, sarebbe stato il quattordicesimo posto.

Cambi di modulo ed interpreti, numerosi errori ma anche tanta sfortuna tra pali, traverse ed infortuni, hanno accompagnato  i rossazzurri ed anche oggi, dinnanzi a quella squadra battuta sul suo campo per quattro reti a zero, il nostro Catania ci ha provato ma per tutto il primo tempo zero occasioni sebbene qualche trama interessante si è vista ma sottoporta sta il problema perché si tentenna cercando il compagno anziché tirare verso il portiere, si cerca la finezza mentre manca il cinismo.

Nulla da eccepire sulla formazione schierata dal tecnico livornese: quattro dietro con Albertoni. Bouah, Curado, Kontek e Castellini, Sturaro al debutto e con la fascia da capitano insieme a Welbek davanti alla difesa, Chirico’,Tello e Cicerelli sulla trequarti con Di Carmine punta centrale.

La Casertana, dopo la sconfitta interna con il Messina sembra aver perso lo smalto di fine anno perché non riesce a vincere dal giorno dell’Epifania poi due sconfitte, il Messina appunto ed il  Benevento ed a seguire due pareggi con Latina e Potenza.

Mister Cangelosi si e’ presentato davanti ai diciassettemila tifosi etnei in tribuna con Venturi in porta, l’ex Calapai a destra, Bacchetti e Sciacca centrali, Anastasio basso a sinistra, Celiento,  Proietti e Toscano in mezzo al campo ed in avanti l’ex Deli,  Curcio e Carretta.

Il primo tempo trova un Catania voglioso di vincere davanti al suo pubblico con il numero otto al debutto che si fa apprezzare nel ruolo di play anche se, da buon mediano, non disdegna il contatto con gli avversari, guadagnando il giallo dopo appena tre minuti.

Si nota che la voglia di far bene accresce nervosismo e la mancanza di tranquillità determina errori ma è sempre il  Catania a fare la partita, mentre la Casertana e’ costretta a subire affidandosi a qualche occasionale ripartenza.

Condensate in poche righe le emozioni del primo tempo ma e’ la ripresa che fornisce più spunti interessanti iniziando dal secondo giallo davvero esagerato fischiato a Sturaro da parte dell’arbitro Scatena su cui si scatena l’ira del pubblico.

Se voleva ergersi a protagonista, il fischietto di Avezzano c’è riuscito benissimo: parere personale ma per un contatto di gioco senza cattiveria alcuna,  non si può rovinare una partita lasciando una squadra in 10 uomini.

Per quarantatré minuti più due decretati di recupero, davvero pochi rispetto alle interruzioni viste durante in secondo tempo, un generoso o meglio rabbioso Catania ha continuato a fare la partita ma ha trovato sulla sua strada o meglio sulla linea di porta, un estremo difensore oggi davvero in giornata di grazia che in tre occasioni e precisamente al sessantaquattresimo su Cicerelli, due minuti dopo su tiro di Di Carmine e all’ottantaduesimo su Costantino entrato al posto del 10 etneo, salvava letteralmente il risultato guadagnando il voto più alto tra i giocatori in campo.

Tre miracoli di Ventura mentre il Catania pare perseguitato ancora dalla sventura.

Ci fosse ancora il presidente Massimino chissà quanto sale fosse arrivato dietro quella porta.

Alla fine poteva anche andare peggio perché la voglia di vincere malgrado l’uomo in meno in uno con il maggior dispendio di energie prodotte  dalla squadra etnea,  consentiva alla Casertana di avvicinarsi dalle parti di Albertoni che anche oggi si è dimostrato sicuro in più di una circostanza in particolare su tiro  a mezza altezza di Toscano a fil di palo  deviato in angolo .

Può fare più scuro di una notte d’inverno? Si dice che dopo la notte viene il giorno: speriamo quindi che sia cosi.